Onorevoli Colleghi! - La proposta di legge per l'introduzione di uno psicologo a tempo pieno in ogni scuola nasce da alcune riflessioni sui minori nella società odierna e in particolare sui tanti «disagi» moderni, che attraversano la vita dei giovani in ogni fascia dell'età evolutiva, disagi che è molto importante conoscere e affrontare in tempo e con risposte adeguate.
Questi disagi sono anche espressione della difficoltà relazionale esistente nella scuola, così come nella società, per cui tutti, o quasi tutti, finiscono con il vivere chiusi nella propria solitudine. Anche recenti tragici episodi di violenza sui bambini ci parlano della solitudine di tanti minori, sia in famiglia sia a scuola.
Primo obiettivo deve essere, quindi, quello di costruire, attorno al minore, una efficace rete di relazioni interpersonali.
Nella relazione interpersonale comunichiamo e scambiamo non solo i contenuti, ma l'immagine di chi siamo e di come ci percepiamo l'un l'altro. Nessuna cultura degna di questo nome si forma, quando le informazioni passano attraverso relazioni inesistenti o distorte o non sufficientemente ricettive tra docenti e allievi.
In conclusione, non sempre abbiamo docenti preparati al dialogo con gli allievi, ma neppure genitori competenti nella relazione interpersonale da tenersi con i figli. Il risultato è che troppo spesso i rapporti vengono tenuti su di un piano inessenziale, sia per la cultura scolastica, sia per lo sviluppo psicologico dei giovani.
Le conseguenze di questa situazione possono essere drammatiche.
In Italia, come nel resto d'Europa, sono spesso all'attenzione collettiva episodi
anni cinquanta: presenza solo saltuaria di qualche insegnamento psicologico, complementare, in qualche facoltà universitaria;
anni sessanta: moltiplicazione degli insegnamenti, nonché degli istituti di psicologia; apertura delle prime scuole di specializzazione in psicologia;
anni settanta: istituzione di due corsi di laurea in psicologia, a Roma e a Padova, ciascuno con migliaia di iscritti;
anni ottanta-novanta: istituzione di due facoltà di psicologia e di altri undici corsi di laurea nelle varie regioni italiane; introduzione di insegnamenti obbligatori di psicologia anche nel curricolo di formazione dei medici; istituzione dell'albo e dell'ordine degli psicologi; istituzione della figura dello psicologo nei consultori familiari pubblici e in altri settori dell'area sanitaria.
Le discipline psicologiche oggi insegnate a livello universitario sono numerose. Alcune di esse, come la psicologia dello sviluppo, la psicologia dell'apprendimento, la psicologia dell'educazione, la psicologia sociale, possono essere presenti nel curricolo formativo degli insegnanti, e concorrere a formare quella componente della loro professionalità che è la competenza psicologica. Ciò oggi accade solo saltuariamente, e solo in alcune delle facoltà i cui laureati hanno poi accesso all'insegnamento (in particolare, quelle di lettere e filosofia).
Il contributo che la psicologia è in grado di offrire in sede educativa è invece importante in rapporto a esigenze che sono oggi presenti nella scuola e che riguardano sia il bisogno di consulenza e anche di sostegno che molti insegnanti avvertono per una corretta impostazione del loro insegnamento o per il trattamento di allievi che presentano particolari problemi, sia il bisogno di informazione, consulenza e sostegno che avvertono gli allievi.
Questa forma di presenza della psicologia nella scuola può essere rappresentata dalla figura dello psicologo scolastico, una figura che si è ormai affermata in altri grandi Paesi del mondo occidentale e che si affaccia invece soltanto ora in Italia.
Lo psicologo scolastico può soddisfare queste esigenze in vario modo:
a) per quanto riguarda la consulenza o il sostegno offerti agli insegnanti, l'intervento può consistere in conversazioni individuali o per piccoli gruppi su tematiche
b) per quanto riguarda l'informazione e la consulenza che possono risultare necessarie o utili per la generalità degli allievi, l'intervento può prendere la forma di periodici incontri a livello di classe, con conversazioni e discussioni riguardanti temi che possono essere diversi a seconda dei livelli d'età, quali la crescita fisica e le sue risonanze psicologiche, la presenza di aspetti del corpo che suscitano preoccupazione, la maturazione puberale e i suoi riflessi diretti e indiretti, l'informazione sessuale considerata in tutti i suoi molteplici aspetti, lo sviluppo di una immagine di sè realistica ma anche positiva e dinamica, i processi di convergenza e di divergenza nella formazione della propria identità, la scelta consapevole dell'indirizzo scolastico e della professione, le modalità più produttive di affrontare le attività di studio, i modi adatti per fronteggiare le emozioni e per reagire alle frustrazioni e agli insuccessi, i rapporti con i genitori e con altri familiari, i rapporti con gli insegnanti, i rapporti con i coetanei, i rapporti sentimentali e di coppia, i problemi esistenziali, i problemi relativi alla conquista e all'esercizio dell'autonomia, la natura delle situazioni conflittuali intrapsichiche e le modalità con cui possono venire affrontate e superate;
c) lo psicologo scolastico può poi seguire in forma individuale, con colloqui, consigli e un'attività di sostegno psicologico durevole, gli allievi e in particolare quelli che presentano particolari problemi di carattere intellettivo, motivazionale, affettivo, emotivo o sociale;
d) possono, infine, venire affidati a questa figura sia il compito di sviluppare nei genitori degli allievi una crescente consapevolezza delle loro funzioni educative e una soddisfacente conoscenza degli aspetti e delle fasi dello sviluppo psicologico dei loro figli, sia quello di fornire consulenza e indicazioni più specifiche e individualizzate a genitori di allievi che si trovano in difficoltà o creano difficoltà nella scuola.
Va tenuta presente, a questo riguardo, la situazione paradossale tuttora esistente nel nostro Paese, caratterizzata dal fatto che ai genitori, chiamati a svolgere funzioni delicatissime, complesse e di grande importanza per un equilibrato sviluppo della personalità dei loro figli, in anni decisivi per la formazione della personalità di questi ultimi, non è stata data né viene data oggi, in modo sistematico, alcuna preparazione.
Oggi, le funzioni dello psicologo scolastico sono svolte, in una forma molto sporadica, per iniziativa di singole scuole o enti locali, da laureati in psicologia che già operano entro un consultorio familiare o conducono (individualmente o in forma associata) una attività professionale indipendente e vengono autorizzati dalle istituzioni scolastiche sulla base di convenzioni a tempo. Vengono anche svolte (in modo altrettanto sporadico) da «psicopedagogisti», ovvero da figure istituite autorizzando insegnanti di ruolo laureati in pedagogia che sono anche forniti di una preparazione psicologica. Alcuni psicologi cominciano a operare nei Centri di informazione e consulenza.
Si tratta di tentativi lodevoli, ma del tutto insufficienti per fronteggiare l'attuale situazione.
Una soluzione soddisfacente può essere trovata soltanto attraverso l'istituzione
Capo I - Istituzione dello psicologo scolastico;
Capo II - Triennio di sperimentazione.
Capo I.
Lo psicologo scolastico è inserito negli organici delle scuole di ogni ordine e grado.
Nella fase di sperimentazione, nella scuola primaria e nella scuola secondaria superiore è prevista la presenza di uno psicologo per ogni ottanta alunni circa: tale quantificazione deriva dalla necessità di garantire almeno un'ora settimanale d'intervento dello psicologo per ogni alunno.
Nell'organico della scuola per l'infanzia viene inserito uno psicologo per ogni scuola (articoli 1 e 11).
Lo psicologo instaura con lo studente un rapporto professionale individuale.
Si tratta di una delle scelte fondamentali della presente proposta di legge e non è in alcun modo contrapposta alla scuola come luogo di socializzazione e di scambio, anche psicologico. Essa, viceversa, si configura proprio come aiuto e sostegno a chi, nella difficoltà, saprà di non essere solo. E come lotta alla solitudine e al silenzio.
Lo psicologo scolastico fa parte degli organi collegiali della scuola e ha diritto di voto nello scrutinio, proprio per stabilire la «pari dignità» di funzione con tutti gli altri insegnanti.
Sia i docenti che il direttore didattico o il preside possono avvalersi della consulenza e del parere dello psicologo.
Egli svolge, oltre alle suddette funzioni, compiti di consulenza e di informazione per studenti, insegnanti o famiglie che lo richiedano.
L'intervento dello psicologo nella scuola viene svolto sia in forma individuale che collettiva.
Nello scrutinio lo psicologo presenta un profilo per ogni alunno e tale intervento concorrerà a formulare il giudizio finale sull'allievo (articoli 2, 3, 6 e 7).
Lo psicologo può convocare i genitori, effettuare visite e organizzare colloqui, anche senza il tramite della direzione scolastica (articolo 4).
Possono accedere alla professione di psicologo scolastico i laureati in psicologia dello sviluppo e dell'educazione e in psicologia clinica (articolo 8).
La figura professionale dello psicologo scolastico è equiparata a quella dello psicologo presente nelle istituzioni ospedaliere.
Capo II
I contenuti della presente proposta di legge devono essere verificati concretamente. Per questo nel capo II si individua un periodo di tre anni come tempo necessario per sperimentarli.
La sperimentazione avverrà in tre regioni italiane, privilegiando quelle che ne abbiano fatto richiesta e che siano una del Nord, una del Centro e l'altra del Mezzogiorno d'Italia.
Per verificare la suddetta sperimentazione, è istituito presso il Ministero della pubblica istruzione un Comitato scientifico di verifica.
Al termine della sperimentazione, il ruolo dello psicologo è istituito in tutte le scuole italiane (articoli 12, 13, 14, 15 e 16).
In conclusione, desidero ringraziare il professor Sabino Acquaviva, la dottoressa Paola Fiocco e il professor Guido Petter che hanno offerto il loro contributo, nell'impegnativo cammino della stesura della proposta di legge che è oggi al vostro esame e che mi auguro la Camera voglia discutere e approvare al più presto.